Salento

ll Salento

Ci sono al mondo tanti bei posti da vedere, visitare o soggiornare per un periodo di vacanza. Le agenzie viaggi propongono molte disponibilità di scelta in luoghi esotici ed affascinanti, c’è l’imbarazzo della scelta. Io penso tuttavia che nella nostra Italia ci siano luoghi da scoprire altrettanto belli.

Uno di questi al quale io tengo moltissimo è il Salento. Impagabile è la bellezza del territorio, il clima mediterraneo, la natura forte, la storia, la gente, il mare. L’intensità del cielo azzurro, il contrasto di colori tra la terra rossa e il verde miracoloso dei maestosi e salento_medsecolari ulivi, che dominano per gran parte tutto il territorio. C’è da chiedersi come mai possa esistere una vegetazione così rigogliosa conoscendo la endemica scarsità d’acqua della regione.

La geografia Salentina
A differenza delle campagne del Nord ed in particolare quelle della Pianura Padana ricche di corsi d’acqua e con terra buona per coltivazioni intensive, la campagna salentina è composta da un terreno roccioso immerso nella macchia mediterranea dove uno si domanda come fanno certe piante a prosperare in condizioni di siccità notevole, specialmente nei periodi estivi. Nell’entroterra si incontrano le masserie, che in passato erano degli antichi centri agricoli con ovili, e frantoi oleari. Attualmente sono state ristrutturate ed adibite a ville e resort con ristorazione di pregevole architettura. I prodotti dell’agricoltura del Salento sono l’olivo, la vite, i cereali, gli ortaggi, la frutta e il tabacco. La coltura dell’olivo è l’attività agricola più diffusa, per ricavare l’olio extravergine, quello più pregiato. I frantoi ipogei sono la testimonianza di questa antica tradizione contadina in Puglia.

I muri a secco – Il viaggiatore che si trova da queste parti non può fare a meno di osservare queste opere che sono una delle caratteristiche del Salento. Delimitano confini tra possedimenti terrieri e seguono i percorsi delle strade da un margine all’altro. Il fatto singolare è che, almeno quelli costruiti anticamente, sono stati innalzati interamente a secco da abili maestri che hanno tramandato e saputo mantenere sino ad oggi fortunatamente questa cultura. Non è andata persa anzi in questi ultimi tempi è stata maggiormente valorizzata al punto che anche molte costruzioni abitative sono rivestite in pietra. Gli zii sempre mi hanno raccontato che i muri a secco principalmente quelli che dividevano i terreni avevano un duplice scopo, disossare la terra dalla pietre per renderla più coltivabile e nel contempo delimitare i confini tra un possedimento e l’altro. Io rimango sempre affascinato da queste opere al punto che non appena ho potuto mi sono fatto rivestire la casa tutta in pietra ottenendo un effetto cromatico bellissimo.

La religiosità e le tradizioni
Il culto dei santi, è fondamento della religiosità popolare del Salento. Si venerano la statua e il luogo sacro che la ospita. In loro onore e in quello della Madonna, vengono celebrate feste grandiose, con fuochi d’artificio e spettacolari luminarie di cui i salentini sono primi maestri al mondo ed allegre bande musicali che accompagnano in processione le splendide statue di cartapesta.

Numerosissimi sono anche i canti d’amore salentini, di lavoro e di lutto, le ninne-nanne sia in salentino che in “Griko”, la lingua della Grecia salentina. Il tarantismo, studiato dai più noti antropologi mondiali, è un fenomeno storico-religioso che affonda le sue radici nelle religioni. La vittima del morso simbolico della mitica tarantola, trova rimedio al suo male in un ballo liberatorio chiamato Pizzica, che col ritmo ossessivo dei tamburelli conduce ad uno stato di “trance” naturale. Ricordo che quando ero bambino, la nonna Vata parlava di questa pizzica, ma a quell’epoca sembra fosse un danza proibita dalla Chiesa, ma tutti gli abitanti del Salento conoscevano questo ballo e in privato ho assistito diverse volte persone che la ballavano compresa la nonna. Al giorno d’oggi invece, accompagnata da eccellenti gruppi musicali locali, dove la Pizzica è ballata da migliaia di persone di ogni età nelle piazze del Salento in occasione delle tantissime feste popolari.

Il Salento, è da sempre una terra ricca di cultura e tradizioni, dove sacro e profano, convivono nelle numerose sagre e feste patronali che animano per lo più i mesi estivi, ma che numerose si susseguono nel corso degli anni. Le Feste per il Santo Patrono, le celebrazioni per la Settimana Santa, il Carnevale, le fiere e le tante sagre sono gli esempi di questo profondo e vitale retroterra culturale che si perde indietro nei secoli. Da ricordare che ancora prima dei coloni Greci, il territorio era abitato dai Messapi. Ancora oggi, si notano tracce della presenza di questa antica popolazione che sembrerebbe provenire dall’Illiria.

La forte influenza ellenica si esprime nei canti, nelle fiabe e nei racconti di streghe, ninfe e folletti che popolano la magica campagna salentina, nelle grotte e sotto i dolmen. Nella mia proprietà esiste una grotta, ancora per certi versi misteriosa, dove alcuni anni addietro sono stati ritrovati reperti risalenti al periodo neolitico. Dei folletti i nonni sempre mi parlavano di questi personaggi che abitavano nelle case e a volte facevano dei dispetti alle famiglie. La famiglia di mia madre addirittura porta ancora oggi il soprannome di “Municeddi” che in dialetto salentino, significa proprio “folletto”. Sembra che ne combinassero di tutti i colori e quando le famiglie cambiavano casa anche loro seguivano il trasloco. Queste storie sempre hanno affascinato la mia mente di ragazzino.

Nonostante io sia nato e vissuto al Nord dell’Italia, ancora oggi ho lo stesso entusiasmo di quando ero bambino come se fosse per me “terra natia”, vuoi per le origini dei mie cari vuoi per i ricordi pieni di fascino che si sono accumulati nel tempo fino ad oggi. Perciò semmai un giorno vi verrà voglia di fare una vacanza prendete in considerazione questa magnifica terra, non ve ne pentirete.

Se magari portate con voi qualche apparato radio e volete scambiare quattro chiacchere sarò ben felice di ascoltarvi. Nei mesi estivi nella mia casa attivo una piccola stazione con l’uso di un’antenna HB9 un apparato YAESU 857/D oltre a due portatili: un Kenwood TH-D7 e un TH-79. Mi trovo in una buona posizione per attivare diversi ponti radioamatoriali in VHF della Calabria:

R1 145.625 Shift -600 Monte Fuscaldo (KR)
R2a 145.662,5 Shift -600 San Giovanni in Fiore (CS)
R4 145.712,5 Shift -600 Monte Botte Donato (CS) 1.928 mt
R7 145.775 Shift -600 Monte Cozzo Cervello (CS) 1.389 mt
RV7a 145.787,5 Shift -600 Tono 82.5 Alliste (LE) Echolink

Riesco anche a fare QSO in isofrequenza con stazioni della zona di Messina, Locri ed altre località. Anche in onde corte su 80-40 metri sono riuscito ad ascoltare e conversare con radioamatori di diverse località sia italiane che estere con l’uso di un balun ed un semplice filo oppure con l’utilizzo di una antenna “Super Fox”.

By IZ2DAW

Salento: -Panoramica-Tradizioni e Ricordi

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